AVULSS ANCONA PRESENTE ALLA SANTA MESSA PER LA XXX GIORNATA DEL MALATO PRESIEDUTA DA SUA ECCELLENZA, MONS. ANGELO SPINA, ARCIVESCOVO DI ANCONA PRESSO ATRIO OSPEDALE DI TORRETTE.
11 FEBBRAIO 2022, NOSTRA SIGNORA DI LOURDES
In occasione della XXX Giornata Mondiale del Malato, Mons. Angelo Spina ha celebrato oggi la Santa Messa presso l’ospedale di Torrette, con i malati e gli operatori sanitari. Istituita trent’anni fa da San Giovanni Paolo II per sensibilizzare il popolo di Dio, le istituzioni sanitarie cattoliche e la società civile all’attenzione verso i malati e verso quanti se ne prendono cura, questa Giornata si celebra ogni anno l’11 febbraio, nel giorno in cui si fa memoria della Beata Maria Vergine di Lourdes. Tradurre la misericordia di Dio in tenerezza, ascolto, cura, vicinanza e consolazione verso i malati è l’invito che l’Arcivescovo ha rivolto ai medici, agli infermieri e agli operatori sanitari, perché «anche quando non è possibile guarire, sempre è possibile curare, sempre è possibile consolare, sempre è possibile far sentire una vicinanza che mostra interesse alla persona prima che alla sua patologia».
Durante la celebrazione l’Arcivescovo ha ringraziato tutti gli operatori sanitari e coloro che si prendono cura dei malati, il direttore generale degli Ospedali Riuniti di Ancona Michele Caporossi, i cappellani presenti Padre Dino Mascioni e padre Francesco, fra Stefano, il direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale della salute Simone Pizzi, l’assistente spirituale dell’Ufficio per la Pastorale della Salute don Francesco Scalmati, e tutti i volontari che donano tempo prezioso a chi soffre. «Quando una persona sperimenta nella propria carne fragilità e sofferenza a causa della malattia, – ha detto Mons. Angelo Spina – anche il suo cuore si appesantisce, la paura cresce, gli interrogativi si moltiplicano, la domanda di senso per tutto quello che succede si fa più urgente. Come non ricordare, a questo proposito, i numerosi ammalati che, durante questo tempo di pandemia, hanno vissuto nella solitudine di un reparto di terapia intensiva l’ultimo tratto della loro esistenza, certamente curati da generosi operatori sanitari, ma lontani dagli affetti più cari e dalle persone più importanti della loro vita terrena? Ecco, allora, l’importanza di avere accanto dei testimoni della carità di Dio che, sull’esempio di Gesù, misericordia del Padre, versino sulle ferite dei malati l’olio della consolazione e il vino della speranza».
Il tema che è stato scelto da Papa Francesco per questa giornata è: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso» (Lc 6,36). «L’invito di Gesù a essere misericordiosi come il Padre – ha continuato l’Arcivescovo – acquista un significato particolare per gli operatori sanitari. Il vostro servizio accanto ai malati, svolto con amore e competenza, trascende i limiti della professione per diventare una missione. Le vostre mani che toccano la carne sofferente di Cristo possono essere segno delle mani misericordiose del Padre. Siate consapevoli della grande dignità della vostra professione, come pure della responsabilità che essa comporta. Benediciamo il Signore per i progressi che la scienza medica ha compiuto soprattutto in questi ultimi tempi; le nuove tecnologie hanno permesso di approntare percorsi terapeutici che sono di grande beneficio per i malati; la ricerca continua a dare il suo prezioso contributo per sconfiggere patologie antiche e nuove; la medicina riabilitativa ha sviluppato notevolmente le sue conoscenze e le sue competenze. Tutto questo, però, non deve mai far dimenticare la singolarità di ogni malato, con la sua dignità e le sue fragilità. Il malato è sempre più importante della sua malattia, e per questo ogni approccio terapeutico non può prescindere dall’ascolto del paziente, della sua storia, delle sue ansie, delle sue paure. Anche quando non è possibile guarire, sempre è possibile curare, sempre è possibile consolare, sempre è possibile far sentire una vicinanza che mostra interesse alla persona prima che alla sua patologia».
L’Arcivescovo ha anche sottolineato che «la vicinanza agli infermi e la loro cura pastorale non è compito solo di alcuni ministri specificamente dedicati; visitare gli infermi è un invito rivolto da Cristo a tutti i suoi discepoli. Quanti malati e quante persone anziane vivono a casa e aspettano una visita! Il ministero della consolazione è compito di ogni battezzato». Al termine della Messa, Mons. Angelo Spina è salito al secondo piano, nel reparto di Rianimazione (Clinica e Divisione), dove ha impartito la benedizione anche ai malati di Covid-19.